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Sindona, Michele.

Finanziere italiano. Avvocato, esperto di problemi finanziari, entrò nel dopoguerra nel mondo della finanza milanese, concludendo una serie di vantaggiosi affari che lo portarono ad allargare il proprio giro di investimenti negli Stati Uniti e in Canada. Grazie ad audaci speculazioni di borsa e agli stretti legami con le finanze vaticane, dal 1968 andò creando un impero industriale-finanziario, costituito da numerose società, tra cui la Banca Privata Italiana, la Generale immobiliare, la Finanbro, in Italia, e la Franklin National Bank negli Stati Uniti. Messo in crisi da una serie di speculazioni sbagliate, andò accumulando un debito gigantesco che portò alla liquidazione della Banca Privata per disposizione della Banca d'Italia e del ministero del Tesoro (1974). In seguito a un mandato di cattura per bancarotta fraudolenta, si rifugiò negli Stati Uniti dove venne incriminato nel 1979 per il fallimento della Franklin Bank. Concessagli la libertà su cauzione, scomparve, simulando un rapimento (1979). Gli inquietanti elementi emersi dalle successive indagini (intreccio fra potere politico, mondo degli affari e criminalità organizzata) indussero il Parlamento a istituire una commissione d'inchiesta e a richiedere l'estradizione di S. dagli Stati Uniti (concessa nel 1984), dove era stato condannato a 25 anni di carcere. Nel 1985, a Milano, venne condannato a 15 anni per bancarotta fraudolenta nel processo per il fallimento della Banca Privata Italiana. Nel 1986 fu dichiarato mandante dell'omicidio di Giorgio Ambrosoli, liquidatore della Banca Privata Italiana, che era pervenuto a clamorose scoperte sui legami tra S. e ambienti politici e mafiosi, e fu condannato all'ergastolo. Morì avvelenato in carcere; l'inchiesta ufficiale confermò l'ipotesi del suicidio (Patti, Messina 1920 - Voghera, Pavia 1986).